giovedì 13 novembre 2008

Egitto













Il pigolare del tempo, ecco; penso al tic-tac piagnucoloso dell'orologio, mi collego ad internet e realizzo che dall'ultimo post sono passati duemila anni luce, inframmezzati da un bel viaggio in Egitto, tra dune, piramidi, caos e fitir.

Da anni volevo vedere il Sahara, i templi, la Sfinge ed il Nilo, e devo dire che ne è certamente valsa la pena, nonostante un viaggio faticoso fatto di tanti chilometri tra la sabbia cangiante del deserto, piccoli alberghi trasandati, gente dolce, pigra, ospitale, che vive della disperazione di piccole mance sottratte con l'inganno ai turisti...fragile è l'aggettivo che userei per definire questo posto, sembra appeso al filo dell'ineluttabilità, dimentico dei propri potenti avi, dei monumenti indimenticabili che lo costellano, del mistero che rappresenta agli occhi degli altri.

Non so davvero dire quale sia la cosa che mi è rimasta più negli occhi: è stato un susseguirsi tale di odori, sapori, immagini, rumori da non poter scegliere, selezionare, raccontare. In ordine sparso penso alle stelle cadenti tra le dune, così brillanti che fanno pensare ai Re Magi, ad un matrimonio beduino nell'oasi di Bahariya, al paesaggio candido e lunare del deserto bianco, ad un cimitero cristiano color sabbia...e poi le statue enormi, la precisone millimetrica dei geroglifici, una foresta di colonne che ha cinquemila anni, e sta lì ferma a farsi fotografare da orde di turisti increduli e starvolti dal caldo, e ancora le tombe dei Re, che immagino impotenti e immobili nelle loro mummie bendate ad affliggersi per la segretezza violata, le torce punate sui loro dipinti, la gente curiosa attorno al sarcofago che avrebbe dovuto ospitarli per i millenni a venire...ci ripenso e mi sento ubriaca.

E ora sono tornata qui, alla normalità del lavoro, agli studi rimandati per sfinimento, alla pioggia torrenziale, al mio compleanno festeggiato pigramente a Milano, alla pancia di Samantha che non si decide a tradursi in Sofia, al mio meraviglioso gatto che era sparito per 15 giorni ed è arrivato, magro e morbido, facendomi sentire ancora, anche oggi, adesso, la persona più fortunata del mondo.
Le foto: puzzle egizio

domenica 21 settembre 2008

Le cose piccole


Uno di quei giorni in cui ci si sente piccoli, si desidera irrimediabilmente di essere una persona semplice, e si vive invece il quotidiano in maniera complicata, indiretta, a lambire le cose grandi senza poi toccarle davvero...tutto regolare, sarà la febbre, l'ispirazione di chi non scrive da un mese, la coca-cola con l'aspirina, o solo il silenzio di una domenica passata in casa nello stordimento di una qualche sindrome influenzale che mi porto dietro da chissà quanto: niente pomeriggio a Pavia, né giornata a Gorgonzola, niente buffet al Lucky Seven, né gatto. Adoro questo tempo autunnale, l'odore sparso di mosto e terra, il pungere sottile dell'aria sulla piazza del mercato, coi suoi merluzzi salati e le bancarelle dei cinesi, le scarpe da poco, il sole fragile e spento che scalda appena. Penso al nostro prossimo viaggio in Egitto, partenza il 18 ottobre, mi chiedo insistentemente se la sfinge poi la si potrà toccare; il basilico è moscio e mi ricorda che l'estate è finita, e con lei il superlavoro. Ricomincia la piscina, si vedono gli studenti alla fermata del bus la mattina, Nomi e Gioia hanno dormito qui e gli ho dato il piumino perché il lenzuolo da solo non basta più. Penso all'anno scorso, al ritorno dall'Asia, all'estate perenne di banani di Taipei, e mi prende una felicità malinconica all'idea che ora sono nella provincia italiana, a Broni, e nella mia casa di bambina ora ci vive una famiglia di napoletani che non aveva mai visto un fagiano: mi sento come mi vedessi in un film, già mi figuro le immagini di Samantha e della sua bambina, coi ricci biondi e gli occhi neri della mia immaginazione, e il cappellino verde che abbiamo comprato l'altro giorno a Milano. Tutto funziona, sono felice, il lavoro mi piace: le cose piccole, lo dico sempre, ne basta anche una sola per farmi star bene.
Foto: bellissimo cavallino di legno a Grazzano Visconti.

domenica 10 agosto 2008

Notte di San Lorenzo


Weekend senza mettere il naso fuori, Marco non c'è e io me ne sto a casa, facendo quel milione di cose che vanno fatte e decidendo consapevolmente di riposare, di dedicare qualche ora allo studio (esame Ditals a dicembre, meglio non parlarne perché praticamente devo ancora iniziare seriamente a studiare), di rilassarmi vicino al gatto che dorme tutto il giorno e poi mi sveglia invariabilmente alle 4:00 col suo mamauuu insistente e repentino.

Oggi è san Lorenzo, stasera si va a Caprile a mangiare e poi a guardare su, sperando in una notte senza luci e senza luna, così da poter osservare tutte le stelle cadenti che questo 10 agosto vorrà regalarci.

Mi ricordo che da bambina la campagna era piena di lucciole, le "stelle", insomma, si vedevano tutte le sere sui campi, e la via lattea era così chiara da essere praticamente una striscia luminosa nel cielo: la prima volta che ho capito consapevolmente ciò che stavo osservando con inconsapevole meraviglia è stata davvero una scoperta sensazionale, ed è ancora oggi un ricordo impresso con forza indelebile nella mia memoria, come l'avessi vissuto ora; anche in un lontano viaggio in un lontano Tibet mi sono rimaste impresse stelle grandi come noci, di una luminosità qualsi violenta, e mi sono ritrovata a pensare che forse l'universo non è poi così grande, dato che qualche migliaio di metri di altezza può fare una differenza così enorme nella percezione della luce celeste, di giorno con l'intensità cobalto del suo blu, di notte con il bruciare "forte" degli astri che da Broni sembrano solo puntini minimi...eppure sono le stesse stelle. O no?

L'immagine:non so, mi piaceva, stelle e lucciole. Da internet.

domenica 13 luglio 2008




Passano le settimane e mi chiedo spesso dove vada a finire il tempo, dove si nascondano le ore; non so bene come si sia arrivati al 13 luglio senza aver fatto praticamente nulla o quasi...oggi sono finalmente riuscita a "piazzare" una gattina della colonia di Caprile a una coppia milanese che mi ha fatto una buonissima impressione, lo scorso fine settimana siamo stati al Museo Egizio, e già pianifichiamo il prossimo viaggio, probabilmente in autunno, tra piramidi e deserto...


Piccole cose, e tra di esse si annidno anche quelle grandi, enormi, inspiegabili, contro le quali si può solo cozzare con violenza ottusa; preferisco parlare d'altro, di minuzie del tempo, di idee che vanno e vengono senza lasciar traccia. Di gattini, appunto, dell'estate che non riesco a sentir tale, del lavoro che mi stanca e piace e occupa la giornata, sempre con frasi brevi, riflessioni che non riesco a metter giù, le dita che si muovono a rilento sulla tastiera: ieri sera la micina è stata qui, era così piccola da star tutta in una mano, e dopo una giornata di forti emozioni (viaggio in auo, veterinario, un posto nuovo) si è addormentata sulla mia pancia, un francobollo bollente dai minuscoli baffi bianchi. Alla fine queste ore mi sono servite, avevo un gran bisogno di sonno, di casa, di tranquillità senza pensieri: i vicini sudamericani hanno riempito l'aria con chitarra e canzoni cantate dal balcone di fronte al nostro, e io ho svuotato la testa dormendo di pomeriggio (non lo faccio quasi mai), per una volta cibo ed acqua di me stessa.


Le foto: geroglifici del museo Egizio, da guardare per ore come un mandala; silvestrina minuscola.

sabato 21 giugno 2008

Raffina i sentimenti, trasgredisci i rituali




E quali rituali poi? La sveglia, il caffé, un certo modo di truccarsi e pettinarsi, la maniera in cui si parla, sorride, ci si addormenta? Come si fa? L'evoluzione o involuzione generalmente arriva da sé, e la trasgressione è tale solo se non fatta di proposito. Inconsapevole, ecco.

Niente, solo una piccola digressione dopo l'ascolto pomeridiano dei cccp; passiamo a Battiato, che andiamo sul sicuro...C'è il sole, pomeriggio-flop, il gatto dorme steso sulla coperta di lana (ma come fa?) e io mi abituo lentamente alla nuova temperatura, con tante piccole cose da fare che rimando volentieri. Magari è questo trasgredire i rituali: delegare, demandare, fermarsi a pensare, dimenicare; tutto fila liscio, mi verrebbe da dire.

Il nuovo lavoro procede bene, sto iniziando ad ambientarmi, a capire come funziona, a conoscere i colleghi, gli studenti, gli aspiranti insegnanti, la gente e le facce di Milano e del mondo, in cui sento con piacere quella sottile fragilità che riconosco spesso come mia, che vedo e tocco quando mi accontento di tutto senza essere mai veramente contenta. E' un po' difficile da spiegare a parole, so che chi legge però sa, capisce al volo, perché mi sa che siamo poi tutti uguali, tutti così.


Nel post pubblico le foto di alcuni bellissimi cani, inoltrati da una mia collega bella, intelligente e sensibile, che ama gli animali, e con cui sento di avere qualcosa in comune.


Qui sotto copio e incollo il suo appello. Poi ditemi che il mondo è un bel posto...Giulia, Maru' e Rosetta.


Ciao sono Giulia, il mio passato vi farà piangere perchè in 4 anni di vita ho solo patito la fame e rischiato di morire più volte.
Da cucciola sono stata portata in un canile che all'inizio non era proprio male, poi la responsabile si è ammalata e non ci dava più da mangiare. Io e i miei 80 amici siamo stati salvati ma non per tutti si è trovata una buona sistemazione. Così io sono stata portata in un altro canile, ma anche quì non mi davano da mangiare e io ero talmente deperita che non riuscivo più a stare in piedi. Poi la salvezza e Flavia mi ha accolto con altre 3 sorelline nel suo canile. Pochi giorni fa mi sono trovata di nuovo in viaggio...una nave, amici a 2 zampe che mi coccolavano, che pacchia!
Ora sono a Torino e ti sto aspettando, dove sei? Vienimi a portare via e tenere sempre con te.
E' vero che non sono di tg piccola, ma sono tranquilla e sorridente.


Questa è Maru'. Questo batuffolo è stato abbandonato in una macchina parcheggiata in una discarica, era solo e disperato. La grande generosità di una persona lo ha salvato e portato via da lì ma questa povera donna ha già ben 250 cani e per questo vogliamo cercare per Marù una famiglia che possa coccolarlo e volergli bene..


Rosetta è una cucciola futura taglia media di 2 mesi. E' stata trovata mentre vagava tra i TIR al porto. I suoi 2 fratellini purtroppo sono stati investiti e non ce l'hanno fatta. Lei ora è al sicuro. E'stata svermata e a breve verrà vaccinata. Cerchiamo una bella famiglia che la voglia tenere con se per sempre.


Per questi cani o per informazioni contattare Bianca 3803130298 ore pasti

giovedì 12 giugno 2008

Diano Marina






Solo alcune belle foto di Diano Marina e del nostro ponte del 2 giugno all'insegna del vento...troppo stanca e con un po' di mal di denti, tutte le novità e i cotillon de nuovo lavoro al prossimo post.

lunedì 26 maggio 2008

Aiuto!




A tutti i lettori del blog: gattini cercano casa!!!!

Aiutateci: ne volete uno? Conoscete qualcuno che abbia voglia di adottare un micio? Grazie!

Non sono bellissimi?

sabato 24 maggio 2008

Due Arcobaleni


Sabato, attendo tranquilla l'arrivo di Carlo ascoltando i Pink Floyd e James Blunt; è il primo fine settimana da quando ho iniziato il mio nuovo lavoro. Lo dico subito: no so. Non so ancora nulla del lavoro, intendo; mi arrabatto cercando di venire a capo dell'organizzazione macchinosa e complicatuccia della scuola, e per fortuna mi godo anche qualche momento con gli studenti, ascolto deliziata il loro italiano con mille accenti, lo sforzo di comunicare davvero negli occhi incerti dei nuovi arrivi, lo stupore nel vedermi di qualche faccia conosciuta a Taipei, che non sapeva del passaggio di testimone e del mio arrivo.

La sveglia suona dal lunedì al venerdì alle 5:45...mai nella mia vita mi sarei aspettata di essere quasi felice di alzarmi a quell'ora: sara' perche' e' estate, e la luce del mattino e' unica, o forse ho imparato con gli anni ad apprezzare la tranquillita' ed il silenzio dell'alba, quasi un tempio o una bolla in cui ritrovare l'aura di un nuovo giorno...l'altro ieri pioveva, ho alzato gli occhi e c'era l'arcobaleno. Tornando a casa la sera eccone un altro, che attraversa per il lungo il vetro del bus, come ce l'avessero pennellato sopra: non so perche', ma ho pensato che fosse li' apposta per me, che lo vedessi solo io, una sorta di esclusiva colorata e magica, un leccalecca metafisico e dedicato. Ricordo che da bambina avevo un libro con disegnato un arcobaleno ai cui piedi si vedeva un sacco pieno di tesori, e di aver fantasticato di correre a prenderlo grazie agli stivali magici del famoso gatto delle fiabe; chi lo dice che non si puo' toccare la luce riflessa?

Nel frattempo a Caprile sono nati sette nuovi gattini, siamo un po' disperati, cerchiamo qualcuno che ne voglia uno, se chi legge mi puo' dare una mano, puo' contattarmi tramite il blog o via e-mail.

sabato 17 maggio 2008

I problemi della vita



Strana giornata uggiosa, che disturba la pressione sanguigna e anestetizza i denti, come se li avessi stretti per ore. Il tempo si e' mosso fin troppo lentamente tra mille piccole cose: beauty-farm casalinga, pulizie, spese; il micio miagola insoddisfatto o dorme, anche lui vittima della pioggia e delle nuvole basse.

Queste ultime settimane sono volate, mi sembra sempre di non aver abbastanza tempo per me, e quando ne ho sono spesso troppo stanca per approfittarne. Martedi' sara' il mio ultimo giorno di lavoro al British, poi mi tuffero' di buon grado in una nuova avventura professionale. Certamente non avro' modo di annoiarmi, dato che l'estate e' alta stagione per le scuole di italiano, e immagino che di cose da fare ce ne saranno parecchie: faccio bene, mi dico insomma, a oziare in modo cosi' palese finche' si puo', anche se poi mi rendo conto che il "dolce" far niente a volte mi lascia un po' insoddisfatta e vuota. Dev'essere, mi dico allora, il retaggio dell'idea che si debba sempre essere attivi, produttivi, veloci, e mi torna in mente ancora la stessa strofa del caro Ferretti, ovvero "non studio, non lavoro, non guardo la tv ecc.", e decido di eleggerla come testamento spirituale di questi giorni anonimi ma comunque necessari.

Ho letto da qualche parte che al festival di Cannes hanno presentato il film tratto da Cecita', e non vedo l'ora che esca nelle sale per andarlo a vedere. Nel frattempo continuo la lettura del suo seguito, Lucidita', che pero' mi entusiasma meno; non so perche', ma in questo momento -mentre stavo scrivendo questa frase- mi e' venuto in mente che camminando a Milano ho sentito un bambino 8che avra' avuto si' e no 8 anni) dire a un amico vicino a lui: "Eh, dai, fossero questi i problemi della vita", e ho pensato che a qualunque cosa si riferisse, doveva sicuramente aver ragione. Chissa' cosa c'entra con Saramago...mah, magari in effetti avra' a che fare con la lucidita', la cecita', la lentezza, la noia, il tempo che passa o la pioggia. Fossero questi i problemi della vita.

La luce fuori e' bella, sembra un pezzo di autunno incastonato in questo mese di maggio: la sera e' arrivata in fretta, come sempre si dice dopo una giornata in cui ci si annoia.
Le foto: gatti a caprile (bored and sleepy) e noi a Londra (sleepless and wild, settembre 2007)

domenica 4 maggio 2008

Calabria-Roma-Primo maggio






Il solito post scarno, anche se la giornata si e' consumata in un tipico e sometimes salutare ozio; la voglia di scrivere pero' mi manca, nonostante le molte cose successe in questo periodo: un weekend semilavorativo in una Calabria estiva, silenziosa e assonnata, il fantastico matrimonio di Alessia e Hiroaki in una bellissima Roma, amarcord assicurato nel rivedere amici ed ex-colleghi della mia avventura giapponese, e il ponte ozioso del primo maggio, passato al parco della Vernavola con Gilda dei Vagabondi, Lele, Robi e affini pavesi. E poi tre giorni tra un altro (!) matrimonio multietnico (Silvia e Maoz) e momenti molli e lenti a Broni, con Vanessa nel suo bel cortile assolato, con vista sui tetti, o a casa, come oggi, in tipico svacco domenicale .

Pubblico volentieri qualche foto, che spero suppliscano all'assenza di parole. Intanto delizio i lettori anche con una bella novita': un nuovo lavoro come direttrice didattica in una scuola di italiano, con un contratto vero, fisso e udite udite indeterminato (rarita' di questi tempi, pare: dite che va messo con la lettera maiuscola???), nel mio settore, che oltre a un lavoro e' anche e soprattutto una passione. Attendo la prossima manifestazione dell'invidia degli dèi, sperando che tardi il piu' possibile...

martedì 15 aprile 2008

Pioggia, sole, pioggia e ancora primavera



In "Breve saggio sulla lucidità", Saramago ci racconta di che cosa succederebbe se tutti, di punto in bianco, decidessero di astenersi dal voto...non so nemmeno perche' inizi cosi' questo post, dato che del risultato delle recenti elezioni non mi importa molto, e col nichiliso tipico dell'italiano medio tenderei a dire "me ne frego", senonche' l'espressione resta un po' troppo legata ad altre memorie...ecco, "francamente, me ne infischio", di piu' holliwoodiana memoria, mi pare piu' azzeccato e certo piu' cinematografico.

Dall'ultimo post sono successe mille cose, piccole, grandi, rivoluzionarie o semplicemente normali, che messe tutte in fila contribuiscono a creare quella fila di fiammelle che il nostro prof. usava per spiegarci la teoria dell'illusione della realt' in senso buddhista: ogni fiammella rappresenta un attimo, che e' vero ed esiste solo in se stesso, ma tante messe in fila danno l'illusione di una linea di fuoco, di un procedere che invece altro non e' se non un tratteggio punteggiato di istanti che sembrano tempo. Divago, perche' un po' i miei ricordi sono fatti cosi', e non saprei mettere in ordine le cose accadute, le persone viste, i "pensieri pensati" di questi giorni. A caso: Silviuta, Sergio, Morgan e Fabio in visita a Broni, una notte a Pisa in un monastero del trecento che ora e' un albergo, con la luna piena e la colazione nel chiostro, e poi un intrepido interpretariato a contrattare di ceramiche funerarie (allegria!), grandi cose che accadono ad altri e che non posso scrivere (scaramanzia!), levatacce tra tanti impegni, nuove opportunita' presunte che si accavallano a pensieri e idee che le accompagnano.

Le foto: Hotel Santa Croce in Fossabanda, Pisa.

giovedì 27 marzo 2008

Omedetou!




Oggi il matrimonio di Sayaka e Stefano, dopo un mese lungo, impegnato, senza neanche un momento per scrivere: visti Silviuta e Sergio, lavorato e girato per interpretariati vari, passato una Pasqua innevata e aperto stasera l'uovo di cioccolato, dopo aver fatto da testimone al mio primo matrimonio civile.

Auguri!

domenica 24 febbraio 2008

Astrakan


Due post al mese, mi sembra di essermi ormai assestata su questa magra media. Come dicevo prima mancano eventi, vivere qui mi fa raccontare piccole cose a cui tutti sono abituati, nulla di interessante o esotico per chi si prende la briga di leggere, insomma; e' il febbraio di un anno bisestile, e si e' lasciato dietro il sessantesimo compleanno di mia madre, passato in un bellissimo ristorante sulle colline, il carnevale, che non ho neanche visto, il ritorno di Silvia, che non ho ancora avuto tempo di andare a trovare, insieme alle solite belle ma rare serate in compagnia: le giornate passano a Milano, tra le brutture e i colli di pelliccia di tutti quelli che si definiscono persone "per bene", che non si accorgono nemmeno dell'orrore che si cuciono sul cappuccio del loro bel parka made in China. Li guardo e non riesco a capire, il mondo gira storto e nessuno pare farci caso. Io mi vergogno profondamente della miseria della condizione in cui purtroppo al momento versiamo tutti, dai violini scordati di rumeni senza casa ne' identita' sui metro ai venditori di rose del Bangladesh, agli studenti e ai pendolari con lo zaino, stravolti dopo una giornata come mille altre, e poi la donna delle pulizie dell'autostazione di Pavia che si trascina dietro il secchio del mocio ogni sera, facendo rumore e osservando noi come se ci vedesse per la prima volta, come ombre senza faccia in un buio nebbioso e freddo, col termostato che segna +11 e l'aria fredda che lo smentisce. E tutti, dico tutti, hanno un cane, un gatto o un visone addosso, o lo sognano come fosse una corazza indispensabile, manco fossimo in Antartide: li vedo e sento una mano che mi stringe la gola, un profondo disgusto di dover mio malgrado far parte di tanto bieco squallore. E' da un po' che voglio scrivere questo post, e poi la stanchezza prende il sopravvento e la sera faccio anch'io come gli altri, spengo il cervello o lo metto in stand-by, e a mettermi al computer proprio non ce la faccio. E allora quando trovo il tempo escono pensieri forti, li vomito fuori proprio perche' sono stati troppo tempo li', a covare e rimuginare: in questo momento rivedo una ragazza giovane con un bel cappottino di Astrakan (agnello da pelliccia che viene estratto vivo dal ventre della madre gravida)...la conosco, molti anni fa abbiamo pure fatto una vacanza insieme. Passa col suo passeggino, dentro c'e' suo figlio: mi cammina accanto senza vedermi, come quasi tutti quelli che conoscevo prima di andarmene da qui, e che nemmeno sanno piu' chi sono (e allora perche' io mi ricordo della loro faccia?), e io penso all'altro figlio, all'agnello; mi chiedo come, perche', da dove e verso dove si muova questo delirio di onnipotenza, questa oscena indifferenza dei cosiddetti "umani".
L'immagine: dalla serie Adolf and his dog, di Lorenzo Tomasi, ex-collega, amico, artista e soprattutto al momento con le chiappe in Thailandia. Si initola "Adolf pret-a-porter". It says it all. Grande Loto!

sabato 2 febbraio 2008

Catena minimalista



Sono le due di notte della prima domenica di febbraio. Non chiedetemi dove sia finito gennaio, perche' davvero non saprei dirlo.
Stasera io e Vanessa siamo andate al cinema, a vedere uno di quei film talmente adolescenziali da ricordarci di cim'eravamo negli anni ottanta, e siccome ci sentivamo "in tema", siamo tornate a casa ascoltando "Run to you" alla radio, canticchiando ferme al semaforo rosso. Purtroppo nemmeno il bellissimo per acclamazione (e qui chi ha studiato in Dilit o usa Volare sa benissimo di chi sto parlando) valeva i soldi del biglietto; a mia discolpa va detto che il film non l'ho scelto io, e meno male...ma e' bello ritrovarsi a guidare e a chiacchierare, tornare a casa e accarezzare il gatto che si rotola e ronfa come se non mi vedesse da un anno, poter accedere seppur con qualche difficolta' ad internet grazie ad una magica anche se zoppicante chiavetta-modem, leggere le e-mail e scoprire che Raphaele si sposa a guigno e ci ha invitati in Francia per una sorta di reunion con la Ningbo-crowd, una piccola serie di cose semplici che riempiono la giornata.
Carlo e' stato qui ieri notte, Maggie lo scorso martedi', e ci ha portato una notevole scorta di medicine per il micio, insieme a dolcetti taiwanesi ed a tutti i ricordi di Taipei; nel fine settimana siamo stati a Castiglione delle Stiviere, da Giovanni rientrato definitvamente da Taiwan, e abbiamo incontrato anche altri amici, pranzato in un ristorante bellissimo e visto un tramonto intenso e irreale sul Garda, a Sirmione e Desenzano, coi suoi bambini che si mangiavano felici il gelato nonostante i cinque gradi e il vento che soffiava freddo freddo dal lago.
Mi chiedono tutti come sto, com'e' viaggiare tra Broni e Milano, ritrovarsi a casa dopo tanto tempo, e mi accorgo che sto cominciano a ricarburare, ad annusare l'aria di casa senza sentirla strana, a rispondere alle telefonate degli amici come fosse una cosa normale, invece che un evento da segnare in rosso sull'agendina. Certo ci si chiede quanto possa durare, ma nel frattempo quando non mi mangio le unghie pensando con insistenza a un domani di cui non riesco ad immaginare la tinta (anzi, l'unghia in effetti, solo una, che incerotto senza grandi risultati per trovare rimedio alla forma di Grand-Canyon che ha ormai assunto), mi godo ogni attimo ed ogni piu' insignificante dettaglio del tempo che passa: la luce che cambia sulla strada, le facce di chi conosco e invece non mi riconosce, le scritte sui pilastri dell'autostazione, che conosco a memoria e mi fanno sorridere, i rumori e le facce di tutto cio' che mi ruota attorno, le storie degli altri, che si incrociano alla mia da anni o semplicemente la sfiorano in infinitesimali milionesimi d'ossigeno di quell'aria che tutti inspiriamo ed espiriamo sotto lo stesso cielo globale.

Le foto: luce onirica del tramonto sul lago di Garda, e io e Julian nella bella casa di Giovanni a Castiglione, tra soffitti affrescati, vecchi sifoni con scaldavivande, giocattoli e videogame.

giovedì 10 gennaio 2008

Nuovo anno





Primo post del 2008, feste finite e neve ritardataria ormai sciolta; sono tornata alla solita routine, che e' ormai da considerarsi tale visto che sono qui da qualche mese: lezioni, qualche serata in compagnia, un capodanno trascorso con lentezza, Are che dorme sul divano.

Solo qualche riga stasera, mi manca "l'ispirazione", o forse solo gli eventi.

Quattro belle foto che mi arrivano da Lucia e Ray, due amici coraggiosi che hanno lasciato la loro citta', Taipei, per trasferirsi a Lijiang, nel sud-ovest della Cina, e aprire un ostello. Si sono traferiti con i loro tre labrador, le tartarughe e i due conigli; le ho aperte (le foto, non le tartarughe!) ed e' stato come quella famosa madleine: i miei tre viaggi nello Yunnan, le ore in treno, i ristoranti a meta' tra l'hippy e il profondamente cinese, le montagne e i fiori anche d'inverno. Una provincia fatta di backpackers, un po' fuori dal tempo, di natura selvaggia e magica.