martedì 30 gennaio 2007

Elenchi


Incredibile ma vero: abbiamo finalmente ottenuto, a "soli" due giorni dalla partenza, il rinnovo del nostro visto! Confesso che stavo cominciando a preoccuparmi. Soluzione trovata, come alla fine succede sempre in questi paesi iper-burocraticizzati...Ora posso concentrarmi con calma sul rientro, fare un elenco mentale di tutte le cose che ho voglia di mangiare, di tutti quelli che spero di vedere, di tutti i posti dove andro'. In estrema sintesi:


1) almeno una pizza vera con vera mozzarella non plastificata e senza ananas o mais

2) le verdure dell'orto di Caprile

3) sano yogurt non zuccherato e senza cose strane che ci galleggiano dentro

4) il pesto della mia mamma

5) niente riso, risotto, timballo o simili, grazie


1) mamma, papa' e Arettino, tutti fuori concorso

2) amici di vecchia data

3) amici di giovane data

4) ex-compagni di universita'

5) Sam, Vani, Silviuta e Pier, tutti un casino

6) parenti

7) amici e famiglia di Marco

8) i miei studenti che ora studiano a Milano


1) Caprile

2) Broni

3) Milano

4) Pavia

5) Terzo di Aquileia

6) Venezia


La foto e' quella del nostro salotto qui a Taipei. Lo rivedro' il 3 marzo.

domenica 28 gennaio 2007

Domenica



Domenica azzurra e polare passata a scuola, le ultime lezioni prima del rientro, tra meno di una settimana...visti e documenti permettendo, anche se ormai non credo ci sia modo di rimandare in ogni caso. Il nostro permesso di lavoro non e' ancora arrivato, e rischieremmo di tornare qui e trovarci il giorno stesso ad andare all'ufficio di polizia per il rinnovo del permesso di soggiorno. Insomma, burocrazia, in un Paese che e' forse piu' lento e cavilloso dell'Italia. Ma mi sa che e' inutile fasciarsi la testa prima di rompersela. Ci penseremo quando e se sara' il caso. In fondo una "banfa", una soluzione, si trova sempre, soprattutto qui.

Domani giorno libero: commissioni, banca, pulizie, e possibilmente una bella passeggiata in uno dei tanti mercati notturni, angoli autentici e vivi di Taipei, un miscuglio assordante di studenti, banchetti, turisti, zuppe, frutta, negozi, dolcetti, stranieri, gatti, taxi, te' verde e altre mille cose.

La foto l'abbiamo scattata questa estate a Jiufen, un paesino sulla costa, in una bella giornata passata con Giovanni. E' proprio lui che poi l'ha rifatta e interpretata, l'ennesimo dei suoi tantissimi bei disegni.

lunedì 22 gennaio 2007

Ritorno


Ho la testa "affollata". Di gente, di pensieri che gravitano attorno al mio prossimo rientro in Italia...solo un mese, in fondo e' pochissimo per rivedere tutti, trovare il tempo per un caffe' con gli amici, vedere la casa nuova dei mei, giocare con il gatto, passare qualche sera a Broni e godermi il mio appartamento, far visita a tutti quelli che non abitano proprio dietro l'angolo, e magari fare un giro in Grecia alla ricerca di un posto dove trasferirci in futuro. Ed e' qui che scatta, appunto, il sovraffollamento mentale: tutte le facce di quelli che vorrei rivedere, tutti i pensieri scomposti di chi non sa mai se stare qui o stare la', l'idea che forse c'e' una risposta giusta dietro l'angolo e che sono io che non riesco a trovarla. Una soluzione semplice, ecco cosa cerco e cosa mi sfugge piu' di tutto. Ogni volta che torno a casa mi sembra ieri che sono partita, ma allo stesso modo serpeggia una sorta di inquietudine, un senso di non-appartenenza che comicio a percepire i ogni luogo, infiniti contatti che mi sfuggono.

Forse l'idea della Grecia nasce proprio dall'esigenza di appartenere ad un posto che mi chiama da sempre: studio e vivo l'Asia da anni luce, ma resto sempre una mente e un'anima profondamente europea: non radicata alle radici italiane, ma alla ricerca di un luogo vivo e bello (una bellezza che in Asia ormai e' sconfitta e umiliata da poverta', ignoranza e cemento) dove iniziare qualcosa di mio, dove poter pensare di lasciare tutte le nostre cose a tempo indeterminato, in cui svegliarsi e vedere il bianco e l'azzurro entrare dalla finestra insieme al sole, e dal quale basti qualche ora per fare un giro dove si e' nati e cresciuti, dove vivono quasi tutte le persone importanti che ho, e che forse stanno leggendo queste righe adesso.

lunedì 15 gennaio 2007

The Cave


Giornata molle e oziosa, in casa le luci sono basse e non si vede fuori: questo posto potrebbe essere ovunque, e non sarebbe diverso da cosi'. A tratti ondeggia una musica che dovrebbe agire sulle onde cerebrali, sembra un sonar e ricorda in qualche modo le creature marine di certi libri o film.

Libri. Sto leggendo "The Cave" di Saramago: la storia di una famiglia, un'allegoria mistica e filosofica su passato e futuro, la parabola della creazione, il fare e disfare con le proprie mani gli oggetti e il proprio destino, e poi gli animali e il loro pensiero semplice e profondo, il sacro delle cose quotidiane, l'ineluttabilita' del tempo. E' davvero bellissimo, pieno, fragile e umano; il progresso cieco, la frenesia del consumo che Saramago descrive, mi fanno pensare a due bambini. Non due bambini asiatici poveri, che lavorano nei campi o abitano in qualche desolata bidonville, ma due bambini ricchi, qui a Taiwan. Sono stata a casa loro, ed hanno tutto quello che si possa desiderare: pianoforte e violino, giochi, computer, tv al plasma...eppure eccoli a emozionarsi per una piccola caramella, una tessera colorata che entra immediatamente a far parte di una collezione segreta in una scatola di carta bianca e ruvida, una gomma da masticare, e a giocare per ore con la carta luccicante di un vecchio regalo di Natale, di cui non ricordano nemmeno la forma e l'esistenza.

Forse tutti i bambini del mondo sono uguali, e quindi anche i grandi, noi adulti, in fondo ci somigliamo, anche se si vede meno, si percepice con piu' sforzo, e ci sembra sempre piu' difficile trovare qualcuno che ci ricordi in un certo senso noi stessi.

Ho visto su internet un video che mi ha commossa nel profondo: un leone abbraccia e "bacia" la donna che lo ha salvato: due mondi e due destini che si incontrano, un filo sottile che mi fa pensare, una volta tanto, che ci sia forse un briciolo di redenzione in questo mondo.

sabato 13 gennaio 2007

Sabato a Taipei

Cronaca di una giornata taiwanese.
- Sveglia e caffe': la moka e' un bel regalo di Nobuko e Hiroe, peccato che sia rimasta senza manico e per bere il caffe' si debbano fare acrobazie.
- colazione a "pane e patate" con il toast precotto del 7-11, veramente costituito di due fette di pane con in mezzo una patata fritta tipo le americane "hashbrowns".
- mattinata a lezione alle prese con gli alquanto ostici pronomi relativi.
- pranzo: pseudo-pizzetta comprata alla panetteria sotto la scuola.
- pomeriggio a chiacchierare di "cultura italiana" con alcuni futuri studenti.
- sosta in banca.
- ritorno a casa.
- cazzeggio su internet intanto che bolle la zuppa di verdure e tagliatelle cinesi, in attesa che torni Marco.
- stasera presumibilmente una chiacchierata, un film no perche' li abbiamo finiti, ulteriore cazzeggio su internet, qualche pagina di "The Cave" di Saramago.
- la bella sensazione di dormire nelle lenzuola appena cambiate, probabilmente tardi o tardissimo come al solito.
Lo so, qualcuno pensera' che vivere all'estero dovrebbe offrire qualcosa in piu'...in realta' a volte lo penso anch'io, ma oggi e' uno di quei giorni in cui sto bene cosi', mi godo le piccole cose: i carretti che passano in mezzo al traffico, la pioggia leggera, l'aria gia' tornata tiepida, la gente e le luci sulla strada di casa.

lunedì 8 gennaio 2007

Freddo concettuale


Decisiva svolta nel clima: inverno. Fa freddo, qui le case non sono riscaldate e ieri sono uscita con sciarpa e cappello: ci voleva, il caldo costante me lo aveva quasi fatto dimenticare, e cominciavo a temere un severo shock termico al mio ritorno in Italia a febbraio.

I taiwanesi hanno uno strano concetto del freddo: qualcuno esce con la giacca a vento ma in ciabatte e senza calze, altri girano in agosto con gli stivali di pelo e la canottiera, altri sono in maglietta tutto l'anno, indipendentemente dalla temperatura. Ieri sono passata su una strada dove c'erano, tutti di fila, almeno 20 negozi di giacconi e vestiti termici in goretex, e mi sono chiesta cosa vendano questi posti durante gli undici mesi e mezzo in cui qui fa un caldo pazzesco. Mistero.

La foto che accompagna questo post non c'entra niente col freddo, pero': e' il gruppo di amici ed ex-colleghi in una delle tante belle serate a Osaka di qualche tempo fa.

domenica 7 gennaio 2007

Tigre in miniatura


Perfetto. Non necessita commenti.

sabato 6 gennaio 2007

Vecchie e nuove
















Tre foto...mi sembra passato un secolo, ma in fondo era solo qualche anno fa: una scattata a Kyoto, le altre a Osaka (sayonara-party di Carlo, in che anno era...non mi ricordo), una coi ricci e due coi lisci, ma poi sono sempre io.
Oggi mi sono svegliata alle 5:00 senza piu' riuscire ad addormentarmi, e qui piove ancora: cielo grigio su citta' grigia e palazzi grigi in un'Asia grigia, densa, piena di gente, di odori, coi "santi e gli hare-hare a mille lire", le famiglie intere sul motorino e i caschi a 2 euro che se cadi e' meglio non pensarci...Da qualche giorno ammetto di provare un po' di nostalgia per il Giappone, sara' la nascita del nuovo blog (non questo, un altro, per soli "adepti"...), sara' la mancanza di "calore umano" che non riesco comunque a sentire in questa bolgia taiwanese. Magari e' solo che quello che e' lontano, nel passato o nel futuro, sembra sempre migliore e piu' desiderabile del presente. Sono fatta cosi', come forse tutti, o tanti altri.

venerdì 5 gennaio 2007

Primo


Primo post della Dimensione Insondabile. Nato per caso e per curiosita' in una sera umida a Taipei, dove l'inverno sembra non esistere: le parole che mi vengono in mente ora? Notte, rete, casa, gatto, nomadi e visione remota.