lunedì 15 gennaio 2007

The Cave


Giornata molle e oziosa, in casa le luci sono basse e non si vede fuori: questo posto potrebbe essere ovunque, e non sarebbe diverso da cosi'. A tratti ondeggia una musica che dovrebbe agire sulle onde cerebrali, sembra un sonar e ricorda in qualche modo le creature marine di certi libri o film.

Libri. Sto leggendo "The Cave" di Saramago: la storia di una famiglia, un'allegoria mistica e filosofica su passato e futuro, la parabola della creazione, il fare e disfare con le proprie mani gli oggetti e il proprio destino, e poi gli animali e il loro pensiero semplice e profondo, il sacro delle cose quotidiane, l'ineluttabilita' del tempo. E' davvero bellissimo, pieno, fragile e umano; il progresso cieco, la frenesia del consumo che Saramago descrive, mi fanno pensare a due bambini. Non due bambini asiatici poveri, che lavorano nei campi o abitano in qualche desolata bidonville, ma due bambini ricchi, qui a Taiwan. Sono stata a casa loro, ed hanno tutto quello che si possa desiderare: pianoforte e violino, giochi, computer, tv al plasma...eppure eccoli a emozionarsi per una piccola caramella, una tessera colorata che entra immediatamente a far parte di una collezione segreta in una scatola di carta bianca e ruvida, una gomma da masticare, e a giocare per ore con la carta luccicante di un vecchio regalo di Natale, di cui non ricordano nemmeno la forma e l'esistenza.

Forse tutti i bambini del mondo sono uguali, e quindi anche i grandi, noi adulti, in fondo ci somigliamo, anche se si vede meno, si percepice con piu' sforzo, e ci sembra sempre piu' difficile trovare qualcuno che ci ricordi in un certo senso noi stessi.

Ho visto su internet un video che mi ha commossa nel profondo: un leone abbraccia e "bacia" la donna che lo ha salvato: due mondi e due destini che si incontrano, un filo sottile che mi fa pensare, una volta tanto, che ci sia forse un briciolo di redenzione in questo mondo.

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