mercoledì 21 febbraio 2007

Pier, aquiloni afghani e poesia

Era passato piu' di un anno e mezzo dall'ultimo incontro con Pier, e finalmente ieri sera ce l'abbiamo fatta, tra ritardi, telefonini scarichi, mezzi di trasporto irrecuperabili e tre gentili e sconosciute amiche che lo hanno accompagnato. Serata col nostro Marylin Manson nostrano, tra vecchie foto e ricordi di San Francisco, elucubrazioni senza soggetto a tarda notte, nostalgie sui 10 anni che ci conosciamo, la sorpresa di ritrovarci piu' in forma di quando ci siamo lasciati l'ultima volta, e con l'idea di provare a sentirci un po' piu' spesso di quanto facciamo ora.
Il pomeriggio anche oggi evapora in delicati toni di grigio, tra le pagine di un libro che ho appena iniziato e che si chiama "Il cacciatore di aquiloni": in una giornata curva e pallida di nebbia e colline, le parole trasportano in un Afghanistan innevato e blu, tra capre, moschee e bambini. Ho anche ritrovato a Broni un piccolo diario indiano, in cui a volte scrivevo, e che credevo di aver perso tra i mille traslochi degli ultimi anni. Una piccola poesia di allora, senza data:
Libero.
A interloquire
con segnale a frequenza,
amplificato
muto
carrillon in viva voce.

martedì 20 febbraio 2007

Rimpatriata

Una cronaca di questi 3 giorni in Veneto: si dovrebbe dire troppo, e allo stesso tempo troppo poco. Perche' in fondo non abbiamo fatto niente di speciale, nulla che non si faccia in qualsiasi sera, in qualunque weekend. Sono solo le sensazioni che sono diverse: ritrovarsi uguali, nonostante gli anni passati, un po' agguerriti e un po' confusi, sempre indecisi, come un tempo. Non mi ricordo chi mi ha detto che sono emozioni tipiche degli "orientalisti", sempre in bilico tra cosa si aspettavano e cosa succede davvero; un po' come la Cina, insomma. Allo stesso tempo, e' bello pensare al fatto che ognuno di noi sia riuscito a ritagliarsi uno spicchio di spazio tutto per se', una zona franca da cui cominciare, ricominciare o semplicemente pensare al miglior sogno possibile, con la voglia di condividerlo e raccontarselo con la semplicita' di allora.
Venezia invece un po' e' cambiata: a parte la bolgia estrema del Carnevale, sono spariti molti dei piccoli ristoranti e bacari, trasformati in locali piu' nuovi, piu' "chic" e ovviamente moooolto piu' cari di prima: non c'e' piu' il siriano, ne' l' Ufo 2000; il nostro appartamento in ghetto e' chiuso e forse adesso non ci abita nessuno. E' comunque incredibile la sensazione di camminare nel bello e nella storia, mi mancava terribilmente: le calli e i canali di Venezia, ma anche una bella Verona vista tra le luci della sera, in compagnia di due amici fantastici.
Ora sono a Caprile, dove non si sente nemmeno un rumore: il gatto dorme sulla poltrona, e come sempre il tempo passa lento e velocissimo tra un caffe' e l'altro.

giovedì 15 febbraio 2007

Milano-Terzo-Venezia-Verona

Il sole, e Are' che sembra finalmente star meglio, dopo aver passato molti giorni alla clinica veterinaria: una bella giornata, insomma.
Oggi comincia il mio piccolo giro, stanotte a Milano a casa di Samantha, domani a Terzo a casa di Silvia, sabato di Carnevale nella cara vecchia Venezia, a incontrare un sacco di gente che non vedo da una vita, e sabato sera a Verona, a casa di Fede. Sono felice di avere l'occasione di rivedere tutti, o quasi: perfino Pier forse si aggiungera' al gruppo, nella miglior tradizione "veneziana". Sara' alquanto nostalgico, temo, anche se alla fine mi sa che stiamo tutti meglio adesso che in quegli anni. Almeno, cosi' mi pare da quel che sento e che vedo...per me e' sicuramente cosi', nonostante indecisioni, chilometri, fobie.

mercoledì 7 febbraio 2007

Insonnia

Notte agitata e quasi insonne: sara' il fuso orario, o magari solo l'idea del tempo che corre troppo in fretta, quando invece la notte non passa mai. Una foresta di pensieri si aggroviglia tra i capelli, incasinandomi la testa e le lenzuola, e quando riesco finalmente ad addormentarmi entra un raggio di luce, e mi sveglia. Nemmeno le sei: e' sempre di notte che ci si sente piu' fragili, coi pensieri che si accavallano, si rincorrono e si saltano senza fermarsi un secondo; nonostante tutto c'e' pero' un senso di malinconica solitudine, di impotenza, di "inettitudine esistenziale" che spesso al mattino sfuma nell'odore del caffe', in tutte le cose da dire e da fare, nell'idea che in fondo " il tempo c'e' ", basta saperlo trovare.

lunedì 5 febbraio 2007

Casa

Sono a casa. Fa strano vedere tanto verde cosi' vicino, non sentire i rumori della citta' entrarti in testa, poter osservare tutta la vallata senza che nulla sia cambiato. Arettino e' stato operato, e' ancora in clinica e oggi lo vado a trovare: sembra che sia andato tutto bene, ha rischiato e durante il viaggio di ritorno e negli ultimi giorni a Taipei siamo stati tesi e preoccupati; come spesso accade ci siamo sentiti troppo lontani dalle cose, poco presenti.
Oggi mi aspetta una giornata con Samantha e Vanessa, un giro a Broni, che non cambia mai, la casa di Via Piemonte, un giro in macchina dopo mesi di autobus e metro.