Una cronaca di questi 3 giorni in Veneto: si dovrebbe dire troppo, e allo stesso tempo troppo poco. Perche' in fondo non abbiamo fatto niente di speciale, nulla che non si faccia in qualsiasi sera, in qualunque weekend. Sono solo le sensazioni che sono diverse: ritrovarsi uguali, nonostante gli anni passati, un po' agguerriti e un po' confusi, sempre indecisi, come un tempo. Non mi ricordo chi mi ha detto che sono emozioni tipiche degli "orientalisti", sempre in bilico tra cosa si aspettavano e cosa succede davvero; un po' come la Cina, insomma. Allo stesso tempo, e' bello pensare al fatto che ognuno di noi sia riuscito a ritagliarsi uno spicchio di spazio tutto per se', una zona franca da cui cominciare, ricominciare o semplicemente pensare al miglior sogno possibile, con la voglia di condividerlo e raccontarselo con la semplicita' di allora.
Venezia invece un po' e' cambiata: a parte la bolgia estrema del Carnevale, sono spariti molti dei piccoli ristoranti e bacari, trasformati in locali piu' nuovi, piu' "chic" e ovviamente moooolto piu' cari di prima: non c'e' piu' il siriano, ne' l' Ufo 2000; il nostro appartamento in ghetto e' chiuso e forse adesso non ci abita nessuno. E' comunque incredibile la sensazione di camminare nel bello e nella storia, mi mancava terribilmente: le calli e i canali di Venezia, ma anche una bella Verona vista tra le luci della sera, in compagnia di due amici fantastici.
Ora sono a Caprile, dove non si sente nemmeno un rumore: il gatto dorme sulla poltrona, e come sempre il tempo passa lento e velocissimo tra un caffe' e l'altro.
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