domenica 26 febbraio 2012

Encore Angkor






Mi accorgo dei mesi che passano dalle date dei post. Non che non ci fosse niente da dire, anzi. Ma sono pigra, lo sono sempre stata. Tu che ti svegli alle 5, direte...eh sì, io, che mi sveglio alle 5 e nelle domeniche di sole, come questa, mi rinchiudo in casa con le tapparella a mezz'asta, scappo da tutto e da tutti in cerca di isolato refrigerio mentale.
Mi mette di buon umore il mio gatto pazzo, oggi, che non ha smesso di ronfare da stamattina, contento forse per il bel tempo dopo il gelo intenso degli ultimi tempi. Anche i miei tubi si sono gelati, e passare giorni interi senz'acqua a lavarsi con la Guizza gasata non è bello, anche se un po' fa ridere...sì, fa ridere ora che è passata, come tutti i piccoli tragicomici drammi della vita.

Rivedo i giorni indietro in una sorta di serie di istantanee, alcune più nitide, altre sfocate: volti strazianti incrociati per caso tra i binari, bellissimi lastroni di laminato chiaro (mai nemmeno lontanamente immaginato che un pavimento potesse rendere felici), studenti assonnati del lunedì, pigiama in ciniglia con micia dormiente, Angkor a dicembre, le vacanze di Natale ormai finite in Cambogia, altra meta irrinunciabile della mia personalissima check-list.
Eh già, Angor Wat, proprio lei, la città degli Dei e delle Apsara, i templi dagli immensi volti di pietra che nell' immaginario mio e di Cri si scompongono, di notte, quando i giganti si alzano e sgranchiscono le gambe, stanchi di stare in posa da secoli per i turisti. Bayon: da lontano un cumulo di sassi, ma da dentro una folla di volti identici, immensi, gelidi, enigmatici; Ta Prohm, radici ed alberi si intersecano come in una foresta incantata; oltre ai templi, però, la povertà estrema di chi vive con niente, a cui non si può abituarsi.
E poi un trekking nella giungla che mi ha fatto capire che posso fare cose che non immaginavo, e viaggi in bus tra storpi e monaci scalzi con la ciotola delle offerte, a ricordarmi il Buddhismo dell'università, che altrove si sono scordati...non riesco nemmeno a immaginare un senso alla mia vita senza l'idea del viaggio, l'adrenalina dello zaino in spalla, la magia dei luoghi. Demone indubbiamente, che si radica in testa e non se ne andrà mai, alla ricerca di un Nessun Luogo perfetto che sappiamo già non esistere se non nella strada stessa che porta Ovunque.

E intanto ecco i primi assaggi di primavera, i cortili aperti che riprendono vita, il mio tedesco che lentamente affiora nelle prime frasi sensate, i nostri nuovi progetti gelosamente custoditi in una piccola scatola di 38 metri.