lunedì 31 agosto 2009

Abunai Tomodachi


...ovvero Amici Pericolosi. Bellissimi, davanti a "una rotonda sul mare", a Senigallia.

Decresco, ricresco, saliscendi, bagni al mare, piscina, Fra e Annalisa che si sono sposati e noi in ritardo a 140 sulla superstrada. E il sole a scioglierci nei vestiti della festa, le poche ore di sonno, le mille e una doccia., il vento e le onde Una pausa: di mille momenti, uno.

sabato 8 agosto 2009

Decrescente

Si inizia sempre parlando del tempo. Non quello che passa (a volte l'italiano è una lingua che stupisce per la sua ingenuità), no, quello fuori, il vento e l'aria che ronzano, coperti dalla musica di chi "I have seen fear, a look of anger on your face", proprio adesso che respiro rabbia, mangio sabbia e mi sento fragile come mai mi sono trovata prima. Non credo che potrei ascoltare nulla di più appropriato. Vorrei parlare ma le parole non escono, urlare, ma la voce si strozza, correr via dal Piano Padano deserto di agosto, proprio ora che mi sento senza piedi, con troppe mete da poter scegliere per trovarne anche solo una che valga l'usura del mio zaino; non so nemmeno perché sto scrivendo, oggi è prosa senza scaletta, la cosa più stupida da fare, me l'hanno insegnato fin dalle elementari che si inizia dal cappello per giungere alle conclusioni, che serve la premeditazione se si vuol dire qualcosa da otto, di intelligente e sensato: bell'alibi per far star zitto il caos della testa, ottima scusa per conformarsi, uniformarsi a quell'otto stabile che mi rifilavano sempre quando non dicevo quello che pensavo, ma gli raccontavo solo quello che volevano sentirsi dire. Eccoci, ancora lì, sempre la stessa storia: tutti uguali. O forse no, ma vien comunque da domandarsi se valga la pena di cercare l'uniformità, di adeguarsi, o la differenza, il riflesso di luce che cambia il senso delle cose, la libertà che affiora tanto raramente e con tanta fatica, che costa forse più di quel che vale.
Non mi metto nemmeno a leggere i post dei mesi passati, so già che questo blog si è trasformato da una raccolta di piccoli frasi liriche e foto di viaggi in un vomito di pensieri raffazzonato che non dice niente, rappresenta con meno intensità di quanto dovrebbe l'infinità decrescente che anch'io sento, e in un giorno qualunque di grazia smetterà di esserci perché anch'io mi ritrovo in caduta libera, e non avrò semplicemente più parole, più niente da provare, nessuna frase da otto e lode per la giuria.