giovedì 13 novembre 2008

Egitto













Il pigolare del tempo, ecco; penso al tic-tac piagnucoloso dell'orologio, mi collego ad internet e realizzo che dall'ultimo post sono passati duemila anni luce, inframmezzati da un bel viaggio in Egitto, tra dune, piramidi, caos e fitir.

Da anni volevo vedere il Sahara, i templi, la Sfinge ed il Nilo, e devo dire che ne è certamente valsa la pena, nonostante un viaggio faticoso fatto di tanti chilometri tra la sabbia cangiante del deserto, piccoli alberghi trasandati, gente dolce, pigra, ospitale, che vive della disperazione di piccole mance sottratte con l'inganno ai turisti...fragile è l'aggettivo che userei per definire questo posto, sembra appeso al filo dell'ineluttabilità, dimentico dei propri potenti avi, dei monumenti indimenticabili che lo costellano, del mistero che rappresenta agli occhi degli altri.

Non so davvero dire quale sia la cosa che mi è rimasta più negli occhi: è stato un susseguirsi tale di odori, sapori, immagini, rumori da non poter scegliere, selezionare, raccontare. In ordine sparso penso alle stelle cadenti tra le dune, così brillanti che fanno pensare ai Re Magi, ad un matrimonio beduino nell'oasi di Bahariya, al paesaggio candido e lunare del deserto bianco, ad un cimitero cristiano color sabbia...e poi le statue enormi, la precisone millimetrica dei geroglifici, una foresta di colonne che ha cinquemila anni, e sta lì ferma a farsi fotografare da orde di turisti increduli e starvolti dal caldo, e ancora le tombe dei Re, che immagino impotenti e immobili nelle loro mummie bendate ad affliggersi per la segretezza violata, le torce punate sui loro dipinti, la gente curiosa attorno al sarcofago che avrebbe dovuto ospitarli per i millenni a venire...ci ripenso e mi sento ubriaca.

E ora sono tornata qui, alla normalità del lavoro, agli studi rimandati per sfinimento, alla pioggia torrenziale, al mio compleanno festeggiato pigramente a Milano, alla pancia di Samantha che non si decide a tradursi in Sofia, al mio meraviglioso gatto che era sparito per 15 giorni ed è arrivato, magro e morbido, facendomi sentire ancora, anche oggi, adesso, la persona più fortunata del mondo.
Le foto: puzzle egizio

1 commento:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie