martedì 20 marzo 2007

Il suono della montagna





Sto leggendo "Il suono della montagna", di Kawabata. Marco dice che con il ritmo di lettura che ho io, dovrei metter su un altro blog e recensire libri. In effetti ultimamente leggo tanto, e un po' di tutto: ultimo, appunto, questo romanzo. Mi duole dire che non mi piace molto: certo, e' intriso di tutte le piccole cose piene d'anima dei romanzi giapponesi che generalmente amo cosi' tanto, ma gli manca la prosa magica di Mishima, quelle pagine che ti fanno tenere il fiato da quanto sono belle e forti, o le storie surreali e metafisiche del primo Murakami...e' un libro sul passare del tempo, sulla societa' giapponese del dopoguerra, sui rapporti uomo-donna, sulla natura che li rappresenta nei suoi mutamenti. E' solo un po' lento, forse troppo riflessivo per lo stato d'animo in cui mi trovo. A volte lo chiudo perche' mi fa venir sonno, e raramente mi succede mentre leggo.


In questi giorni pioviggina, l'aria e' talmente umida e greve da diventare quasi irrespirabile: si sente la pressione atmosferica come fosse una cosa viva, e la sera io e Marco ci ritroviamo spesso con un bel mal di testa stagionale. Ieri sera abbiamo anche visto "Babel", che ho trovato interessante e ben fatto, anche se forse non particolarmente realistico ne' originale. Si vedeva bene il Giappone, e mi e' sembrata la parte piu' riuscita del film, in cui si raccontava con un buon espediente narrativo la sconcertante incomunicabilita' che anch'io ho percepito quando ero a Osaka.


Due foto: una a Fenqihu, piccolo paesino sulla strada che porta al Monte A-li, nel centro dell'sola; l'altra un negozio di scarpe di Jiayi, molto molto scenografico.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ohhh Simo e naturalmente Marco che ha pensato bene di defilarsi dal giro di spritz a Venezia... un saluto da Tokyo! :)
Sergio

Anonimo ha detto...

Ehi Sergio!! Guarda che ci sarei venuto volentieri!! >:-)

Furbacchione!

Simo, sto blog sta venendo molto carino, e anche molto elegante... Hai studiato design da qualche parte? ;-)
No perche' ti ho visto con una maglietta... no.. beh, niente... =DD
M.

Anonimo ha detto...

Non ci credo, sei l'ultima persona al mondo che avrei pensato di trovare a scrivere su un blog, ma tant'è...
Non sto a raccontarti la catena di causalità-casualità che mi ha fatto arrivare qui. Comunque sia sono veramente felice di aver avuto tue notizie e scoperto che stai bene.
Giusto per precisione, il Siriano si è semplicemente spostato un po' più in là, oltre il Paradiso.
ciao

Anonimo ha detto...

Vero, elegante e scritto molto bene. Brava! :)
Presto mi metterò anch'io seriamente a raccontare le mie avventure giapponesi. Eh? nani?
Ma tu guarda, 5 mesi a Venezia e dovevo venire a sapere in questo blog che il siriano non aveva chiuso i battenti...
Sergio :)

Simona ha detto...

Ciao ciao,
ma sei il Bepi? Se non ti firmi come faccio a saperlo?
Mi avrebbe fatto piacere sentirti in Italia, ma temevo di disturbare. Tutto ok? Mandami una mail al solito indirizzo, cosi' poi ti mando quello nuovo dove mi trovi sicuramente, e possiamo sentirci qualche volta!

Anonimo ha detto...

A me "Il Suono della Montagna" di Kawabata e' piaciuto molto. La traduzione italiana per Bompiani di Atsuko Ricca Suga FA SCHIFO: e' forse la peggiore traduzione che abbia mai letto. Pero' dietro agli stracci c'e' un acquerello ricchissimo. E Shingo, il protagonista, e' umano, archetipico e simbolico fino in fondo.

Marco

Anonimo ha detto...

Il mio collega Roger che conosce molto bene il Giappone, la cultura giapponese e anche un po’ della lingua del paese del Sol Levante mi ha regalato questo piccolo gioiello. La cronaca giornaliera di una famiglia giapponese agli inizi degli anni ’60, moglie, marito, figlio e nuora ai quali si aggiunge la figlia con le sue due piccole bambine. Assistiamo a piccoli episodi di vita quotidiana: una cagnolina di un vicino che viene a partorire sotto il portico dei Ogata, la crescita degli alberi nel giardino, gli uccelli, la caduta di una riccio di castagna… scene apparentemente banali ma che daranno la forza a Shingo, -il capo famiglia- che assiste allo sfaldamento inarrestabile della sua vita e della sua famiglia, di superare i momenti più critici. Con l’aiuto della dolcissima Kikuko, la giovane e infelice moglie di suo figlio, pian piano tutti i problemi verranno superati e la famiglia si ritroverà più unita e felice. È il primo romanzo che leggo di Kawabata e mi viene spontaneo paragonarlo all’unico altro autore giapponese che conosco: Murakami (è da maggio che aspetto “Kafka sulla spiaggia”). Mi sono reso conto però che il paragone è improponibile due stili e tematiche completamente diverse. Ma tornando a “Il suono della montagna” lo reputo un libro dolcissimo, che forse non ti farà sussultare, ma che vale veramente la pena di leggere.

Unknown ha detto...

Salve a tutti, ho appena finito di leggerlo..io invece lo ho trovato qualcosa di assolutamente straordinario..
ciao a tutti

http://stratosphere1982.spaces.live.com/

Unknown ha detto...

è vero, anche secondo me, vale davvero la pena leggerlo..

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