lunedì 22 gennaio 2007

Ritorno


Ho la testa "affollata". Di gente, di pensieri che gravitano attorno al mio prossimo rientro in Italia...solo un mese, in fondo e' pochissimo per rivedere tutti, trovare il tempo per un caffe' con gli amici, vedere la casa nuova dei mei, giocare con il gatto, passare qualche sera a Broni e godermi il mio appartamento, far visita a tutti quelli che non abitano proprio dietro l'angolo, e magari fare un giro in Grecia alla ricerca di un posto dove trasferirci in futuro. Ed e' qui che scatta, appunto, il sovraffollamento mentale: tutte le facce di quelli che vorrei rivedere, tutti i pensieri scomposti di chi non sa mai se stare qui o stare la', l'idea che forse c'e' una risposta giusta dietro l'angolo e che sono io che non riesco a trovarla. Una soluzione semplice, ecco cosa cerco e cosa mi sfugge piu' di tutto. Ogni volta che torno a casa mi sembra ieri che sono partita, ma allo stesso modo serpeggia una sorta di inquietudine, un senso di non-appartenenza che comicio a percepire i ogni luogo, infiniti contatti che mi sfuggono.

Forse l'idea della Grecia nasce proprio dall'esigenza di appartenere ad un posto che mi chiama da sempre: studio e vivo l'Asia da anni luce, ma resto sempre una mente e un'anima profondamente europea: non radicata alle radici italiane, ma alla ricerca di un luogo vivo e bello (una bellezza che in Asia ormai e' sconfitta e umiliata da poverta', ignoranza e cemento) dove iniziare qualcosa di mio, dove poter pensare di lasciare tutte le nostre cose a tempo indeterminato, in cui svegliarsi e vedere il bianco e l'azzurro entrare dalla finestra insieme al sole, e dal quale basti qualche ora per fare un giro dove si e' nati e cresciuti, dove vivono quasi tutte le persone importanti che ho, e che forse stanno leggendo queste righe adesso.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La paura di tornare a casa..l'oblio di una vita che non viviamo piu'...come ti capisco. Studiamo e viviamo l'Asia da, come scrivi tu, anni luce (Io sono in Cina da 6 anni)eppure temiamo il ritorno a casa, temiamo il confronto , la scoperta che, dopo tutto, nulla sia cambiato. Eppure rimaniamo radicati alle ns abitudini , la ns cultura, il concetto di estetica, di bello assoluto, di cultura in generale che qui manca. Io, pero', ho trovato parte della MIA dimensione, del MIO essere. Da un po' tempo, come te, sogno altri orizzonti....ma pur sempre nel Sud -Est asiatico e soprattutto dopo le Olimpiadi....spero di poterti riabbracciare presto.
Besitos
Titta

Simona ha detto...

Cara Titta,
anch'io posso dire di aver trovato, di trovare e di perdere ogni giorno parte della mia dimensione e del mio essere; non so se sia l'Asia con le sue contraddizioni, quella specie di "sogno infranto" che ha portato a tutti noi, o se sia semplicemente un marasma di pensieri che avrebbe preso forma ovunque...ho una gran voglia di vederti, quanti anni sono passati?