Wow...da luglio che non ci sono, non scrivo, troppo presa dalle mille cose dell'estate, dai miei nuovi meravigliosi gatti, scampati un po' per fortuna e un po' per costanza al destino crudele che invece non ha risparmiato gli altri, spariti nel nulla, falciati da un'influenza assassina.
Ma i miei ci sono, eccome: dopo tanto lavoro e tanti sforzi, 2 mesi passati nascosti sotto il divano guardinghi, a fuggire ad ogni sospiro, oggi sono qui, sornioni e coccolosi come qualunque altro membro casalingo della specie felina; non aspettano altro che le coccole del mio rientro, le fusa serali appallottolati uno sull'altro sul letto. Viene spontaneo dirsi che li avrei voluti salvare tutti, ci abbiamo provato, ma loro testardi se ne andavano di corsa, per poi non tornare più.
Micio Rosso e Micia, il Genio, che si intromette nelle conversazioni serali in Skype a far scoprire a me e a Cri come pigiando su 3 tasti contemporaneamente appaia un micetto che zampetta proprio lì, in video, a dimostrazione che è senz'altro un gatto quello che cammina sulla tastiera, con le sue cose da dire e i suoi miagolii da scrivere.
Di cose da raccontare come sempre ce ne sarebbero molte: una soleggiata settimana d'agosto a Santorini, tra case bianche a strapiombo su roccioni lavici, orde di turisti e il silenzio assoluto di Ancient Thira, il vento che ti trascina e i tramonti muti e viola di una terrazza col suo vino e il vulcano, gli occhi blu elettrico e il mare, non so cosa guardare...il tempo passa veloce, e invece qui è già autunno, l'odore dei graspi, i trattori, le mosche, l'ennesima influenza debilitante dopo il tanto male di quest'anno, che mi ha indebolita e lacerata e resa forte al contempo, come tutte le cose che succedono: fanno male ma ci cromano la corazza di zinco, indispensabile complemento a sopportare le malefatte di dio.
Il Vangelo secondo Gesù Cristo è la mia lettura del momento, a spizzichi e bocconi dato l'impegno che necessita. La penna di Saramago è sempre di una violenza beffarda, tanto più quando discute di religione, di ineluttabilità, di sogni che scelgono le loro vittime, in quanto a noi umani è preclusa la possibilità di esserne padroni e fautori.
Ed eccomi qui, di nuovo, a contare i giorni che mi separano da un rientro atteso, da momenti finalmente condivisi, a riempire un vuoto che sento a volte lacerare la pelle per la sua assiduità: una sorta di ciclo sonno-veglia, in cui si dorme malvolentieri e si attende con ansia il mattino, il risveglio, il caffé, le cose che il giorno porta con sé.
Tra un mese o poco più scocca la trentacinquesima ora, il Mezzo; il nuovo anno sarà invece stavolta nel profondo, verde Vietnam, un luogo che sembra la storia di noi uomini, col suo sangue, la sua pazienza, i deliri e la quiete, il riso e il fango.
La foto: il Genio e Simo, dalla Webcam di Hassi. Grazie bb!
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