...richtig ist was richtig ist.
Mi piace questa "linea" dei Rammstein, rappresenta in un certo modo l'idea di una risposta semplicemente data per buona, che proviene da verità altrui. Sarebbe bello funzionasse così. Quello che è giusto, è giusto. Amen.
Ho visto in rete le foto del corteo di Correzzana, contro Harlan. Un'altra cosa giusta, sacrosanta. Un corteo, un fiume, un regalo, un monte di anime a gridare per chi non può nemmeno piangere, come era scritto su uno striscione che ha fatto piangere me, come sempre quado penso a queste cose.
Mi trovo a casa, un po' debilitata da una sorta di strano virus che riempie la bocca di puntini, come ai bimbi; il tempo non manca, e tra qualche esercizio di tedesco, qualche film e un po' di lavoro, riesco a ritagliarmi qualche spazio in più dedicato alla più nobile e al contempo ignobile delle attività: pensare.
Penso a un commento fatto di recente ad un altro blogger, e mi viene in mente la definizione che ho dato alla parola "morale". Nient'altro che un'opinione, fattasi abitudine, condivisa dai più. Che alla lunga diventa pure dogma, e non importa se qualcuno la pensa diversamente. Voilà, diventa immediatamente immorale, immondo, asociale: immondo essere libero, direi io. Tenetvi pure le prediche e l'innocenza, il padrenostro e l'ave maria. Il non si deve.
I pezzi che mi compongono vengono irresistibilmente calamitati verso Correzzana, verso il non si fa; la morale del fottuto branco, per citare un libro aggiungendo un blando improperio...beh, io proprio "keine Antwort wiss".
La foto: piccola porzione della nuova casa a Berlino.
mercoledì 24 ottobre 2012
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