Ultimi mesi passati a scatti, rotelle arrugginite di uno strano meccanismo frastornante, a volte velocissimo e altre di una lentezza esasperante, tra la neve che scende spesso, un compleanno in sordina a far da balia al rumore della lavatrice e alla sua centrifuga zoppicante, una visita a Bonn e un'altra in Friuli, e le feste passate in gloria in Giordania, tra deserto e mare. Una Petra indimenticabile mi ha emozionata e rinfrescata: il cammino nella gola del suo Siq fino al Tesoro, scavato in una montagna rosa duemila anni fa, lascia negli occhi una meraviglia senza tempo; odore di sabbia, sudore e té alla menta tra gli scalini fin su agli altari e ai templi, senza stanchezza e sospinti da una curiosità per un luogo incantanto, mi hanno accompagnata tra la sacralità e il turismo di massa, come cani fedeli a guida, per ricordarmi la meraviglia di andare, sentire con gli occhi un'altra minuscola fetta di mondo.
E ora voilà, duemiladieci: cifra tonda a far quadrare, in un nonsense più letterario che matematico, i numeri sparsi e i decimali, le virgole, questa complicata espressione su cui arrovellarsi con rinnovato interesse, con stupore.